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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 15
 
originale
 
15 Potestne igitur earum rerum, quae nihil habent rationis quare futurae sint, esse ulla praesensio? Quid est enim aliud fors, quid fortuna, quid casus, quid eventus, nisi cum sic aliquid cecidit, sic evenit, ut vel aliter cadere atque evenire potue rit? Quomodo ergo id quod temere fit, caeco casu et volubilitate fortunae, praesentiri et praedici potest?
 
traduzione
 
15 Pu? dunque esservi una previsione di quegli eventi riguardo ai quali non c'? nessuna ragione per cui debbano accadere? Che altro ?, in realt?, la sorte, la fortuna, il caso, l'accadimento, se non il capitare, l'accadere di qualcosa che avrebbe anche potuto capitare e accadere altrimenti? Ma in che modo, dunque, si pu? presentire e predire quel che avviene alla ventura, per cieco caso e per volubilit? della sorte?
 

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